Un pò di storia

L’istituto comprensivo “2° – Massaia” comincia la sua storia nell’a.s. 2013/14, unendo le due scuole più antiche della città, quelle che, insieme, hanno già contribuito alla formazione umana, culturale e civile di centinaia di cittadini sangiorgesi.

Le due scuole sono, infatti, poco distanti, perciò tanti alunni del 2° circolo, completata l’istruzione primaria, hanno continuato il loro percorso scolastico nella Massaia.

Per diverse generazioni di sangiorgesi il concetto stesso di scuola si è identificato nella scuola ”Mazzini”  considerato che la scuola materna e quella elementare, che poi hanno dato vita al ” 2° Circolo Mazzini”  , hanno cominciato la loro attività nel 1920, in alcuni locali del palazzo comunale.

Una decina d’anni più tardi questi stessi spazi, trasferite le classi di materna ed elementare al terzo piano del palazzo Dota, ospitarono una succursale della scuola media “Macedonio Melloni” di Portici. Erano solo poche classi, ma permettevano ai ragazzi sangiorgesi, che volevano continuare la scuola dopo quella elementare, di non allontanarsi dal proprio paese.

Nel 1950 la ”Mazzini”  si insediò nell’edificio scolastico che la ospita tutt’oggi.

Era ancora l’unica scuola materna ed elementare del paese, e lo sarebbe rimasta fin quando, in seguito allo sviluppo  edilizio  verificatosi a cavallo degli anni’60/’70 , ed al conseguente incremento demografico, si rese necessaria la formazione di un  nuovo circolo didattico nella parte nord del territorio comunale. I primi atti del “2° Circolo Didattico”, che comprendeva 4 plessi, risalgono all’ a.s. 1967/68.

Anche le classi di scuola media aumentarono nel tempo, e con la riforma che rese obbligatoria  la scuola media unificata, la succursale si staccò dalla “M.Melloni” e diventò la prima scuola media di San Giorgio a Cremano. L’edificio fu costruito in via De Lauzières, la strada nuova che era nata sul vecchio alveo Sansoni. La scuola fu intitolata al cardinale Guglielmo Massaia, un personaggio illustre che aveva soggiornato spesso in paese e vi si era spento alla fine del secolo scorso, e fu  inaugurata nel 1964 dal preside Snichelotto. Da questo momento la storia delle due scuole diventa cronaca che si intreccia con gli avvenimenti ed i personaggi di San Giorgio, infatti è ancora nella memoria cittadina l’ occupazione di un’ ala della scuola Massaia da parte di coloro che abitavano palazzo Bruno dopo il crollo nel 1978, o l’intitolazione all’agente di pubblica sicurezza Ciro Capobianco,  ucciso in servizio, del plesso del 2° circolo ubicato nel quartiere in cui il giovane risiedeva. Come risulta evidente, i provvedimenti legislativi (Legge 111/2011 art.19 commi 4 e 5 e Legge 183/2011 art 4 comma 69) sul dimensionamento della rete scolastica territoriale che hanno riordinato le scuole di San Giorgio a Cremano, nel caso dell’ “Istituto Comprensivo  2°- Massaia”, non sono stati unicamente un atto amministrativo dovuto, ma un’ organizzazione tesa a favorire un processo educativo unitario ed armonico, basato sulle  differenze, intese come conoscenza ed esperienza delle diverse fasi  dell’apprendimento e dello sviluppo, e sulla progettualità comune, capace di considerare la funzione di ogni intervento nell’intero processo formativo e di ottimizzare le risorse.

REALTA’ SOCIO-AMBIENTALE

San Giorgio a Cremano, tra i comuni  della fascia costiera, ha una delle più alte densità di popolazione; posta nell’hinterland napoletano ha sopperito alla congestione abitativa della città con un’urbanizzazione veloce e disordinata a cavallo degli anni ’70, che ha segnato un sensibile incremento demografico. Gli edifici moderni, per lo più complessi abitativi, si sono innestati, (quando non sovrapposti), sul tessuto antico della cittadina che di conseguenza ha perso la sua identità territoriale e culturale di centro prevalentemente agricolo e residenziale, interpretando le contraddizioni tipiche dei grandi agglomerati suburbani, né sono sorte strutture o iniziative capaci di aggregare la popolazione, soprattutto quella giovanile, offrendole occasioni di partecipazione culturale e promuovendo il senso di appartenenza. Fatta eccezione per una sala cinematografica, una biblioteca comunale, qualche palestra comunale e privata, la sede di qualche associazione di volontariato, non ci sono luoghi di aggregazione ai quali i ragazzi possano far riferimento se non la promiscuità della piazza. La platea dell’ Istituto Comprensivo attinge a questo bacino d’utenza ed è molto diversificata nelle sue componenti, accanto a bambini e ragazzi seguiti e motivati allo studio, è presente una fascia di alunni fortemente deprivati e demotivati, con conseguenti difficoltà sia in ambito scolastico che sociale.  La maggior parte degli alunni proviene da famiglie di ceto medio, attente alle esigenze ed ai problemi dei ragazzi, ma accanto a queste ( in aumento negli ultimi anni in cui la crisi  economica ha dissestato le condizioni di molte famiglie) altre  non  seguono i propri figli adeguatamente, o per una limitata capacità formativa, o per una totale delega alla scuola della responsabilità educativa; d’altra parte esse a volte sono depositarie di valori sociali, culturali ed educativi distorti, in contrasto con quelli proposti dalla scuola stessa. Inoltre è evidente il cambiamento del tessuto familiare che, da punto di riferimento stabile nella formazione educativa dei ragazzi, appare sempre più fragile per motivi sia di ordine interno alla famiglia stessa (divorzi, famiglie allargate, disoccupazione, difficoltà economiche, ecc.) sia perché ha perso la leadership formativa che è stata assunta dai media.

L’ azione educativa della scuola, rispondendo  in termini di arricchimento dell’offerta formativa, ai bisogni educativi dei bambini e dei ragazzi, si sforza di contrastare modelli proposti da una società omologata dalla comunicazione di massa, che insegue il successo economico e d’immagine,  prospettandone altri, carichi di idealità forti, ispirati dalla cultura, dal dovere, dal rispetto ed offrendo ai ragazzi un luogo in cui “farsi” comunità , quella scolastica, “palestra” per quella civile.